Animale domestico ucciso o ferito a causa di altri, si può essere risarciti?
Il nostro amico a quattro zampe merita tutta la protezione e l'amore che possiamo offrire, ma cosa succede quando subiscono danni a causa di terzi?
L'avvocato del Foro di Rovigo, Fulvia Fois, ha deciso di approfondire questo delicato argomento che ha visto un maggiore interesse solo negli ultimi anni.
Cari lettori, la perdita o le lesioni del nostro animale domestico sono eventi che possono destabilizzarci profondamente. Ma cosa dice la legge a riguardo? Vediamo insieme.
Esistono due categorie di danni riconosciute: il primo è il danno economico, ovvero tutte le spese sostenute dal proprietario per soccorso, ricovero e cure veterinarie.
Ma non solo, poiché il prezzo originario dell'acquisto di un cucciolo di razza può essere incluso in questo tipo di danno.
Tuttavia, esiste una seconda macro-categoria che riguarda i danni non economici, ovvero la perdita del legame affettivo con il nostro animale domestico.
La legge ha dei parametri ben precisi per questo tipo di risarcimento, ma la cosa importante è che i nostri amici a quattro zampe non sono considerati semplici oggetti, ma essere viventi con sentimenti e diritti da tutelare. Se il tuo animale domestico subisce lesioni o viene ucciso a causa di terzi, non esitare a rivolgerti a un avvocato esperto in diritto animale. Loro sapranno aiutarti nella giusta valutazione del danno subito e nella sua eventuale richiesta di risarcimento.
La dottrina giuridica concorda all'unanimità sul fatto che il danno materiale sia sempre risarcibile a condizione che venga fornita la prova adeguata (presentando le fatture pertinenti) e che sia la conseguenza immediata e diretta dell'evento dannoso: ad esempio, pensiamo alla clinica veterinaria in seguito all'impatto del nostro cane con un'auto.
Tuttavia, è necessario precisare che, ai sensi dell'articolo 1227, comma 2, del Codice Civile, non sarà risarcibile il danno che il proprietario dell'animale potrebbe aver evitato facendo uso dell'ordinaria diligenza, come tenere il proprio cane al guinzaglio. Oltre alla componente puramente economica, la giurisprudenza ha nel tempo riconosciuto spazio ed importanza alla componente emotiva, affermando la risarcibilità del danno morale, che corrisponde alla sofferenza psicofisica sperimentata da un individuo a seguito di un evento dannoso come la perdita dell'animale.
Ed è proprio in relazione a questo tipo di danno che sorgono problemi.
La giurisprudenza, infatti, ha affermato la risarcibilità del danno non patrimoniale qualora la morte dell'animale sia stata causata intenzionalmente da un terzo, configurando così una fattispecie penale, come ad esempio nel caso in cui l'animale domestico sia stato volontariamente ucciso mediante l'uso di bocconcini avvelenati.
La situazione attuale sembra indicare che il risarcimento del danno morale agli animali è possibile solo in caso di morte o lesioni dovute a condotte dolose altrui, come ad esempio nei casi di uccisione di animali o maltrattamento. Al contrario, sembra che non ci sia alcuna protezione per situazioni in cui il decesso o le lesioni siano causate da negligenza o colpa altrui, come in caso di incidenti stradali.
Tuttavia, è evidente che ci sia ancora molto lavoro da fare per riconoscere e proteggere i nostri amati amici a quattro zampe come membri della famiglia. Nel frattempo, dobbiamo continuare ad amarli e proteggerli il più possibile, nonostante questo sia sempre insufficiente rispetto all'affetto che ci danno.
Come contributo sociale, questa rubrica ha lo scopo di informare e divulgare le conoscenze del diritto in modo che le persone possano difendere efficacemente i diritti dei loro animali.
Solo con uno sforzo comune, possiamo sperare di ottenere una tutela giuridica adeguata per i nostri cari compagni.
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