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Maternità e lavoro: si può licenziare una donna incinta?

Cari lettori, questa settimana desidero intrattenermi con voi sul tema di una vicenda sconcertante, la cui veridicità mette in luce la realtà cui molte lavoratrici sono costrette ad affrontare ogni giorno nel nostro Paese.

IL CASO 


Recentemente, si è riscontrato un caso preoccupante che coinvolge una giovane impiegata obbligata dalla propria datrice di lavoro a svolgere un test di gravidanza presso il luogo di lavoro, sotto gli sguardi dei colleghi uomini, a rischio perdita del posto lavorativo. Disperata nella paura di essere privata del proprio lavoro, tale donna ha seguito le ingiunzioni della sua superiore e si è sottoposta al test risultando negativo. Benché sembri aver salvato la propria occupazione, questa circostanza non rappresenta il vero fine.

In effetti, qualche settimana dopo, la suddetta ha scoperto di essere incinta e, anche dopo aver informato la titolare, è stata licenziata senza giustificazione alcuna.

Questa vicenda ha destato molto interesse e commenti, soprattutto per l'aspetto costrittivo della condotta tenuta dalla datrice di lavoro, ma viene lecito chiedersi come la legislazione italiana si pronuncia al riguardo: è ammissibile licenziare una lavoratrice incinta?

Bene, per essere precisi, in Italia non è permesso licenziare una donna in stato di gravidanza, così come non si può procedere con il licenziamento di una donna che si sposa.

Per promuovere la genitorialità e la formazione di nuove famiglie, è vietato il licenziamento 300 giorni prima del parto e fino al compimento del primo anno di vita del bambino.

Inoltre, in caso di matrimonio, è vietato licenziare la lavoratrice dal momento della richiesta delle pubblicazioni di matrimonio fino a un anno dopo la celebrazione.

Se la lavoratrice viene licenziata durante questi periodi, il licenziamento sarà considerato nullo e la dipendente potrà richiedere le protezioni previste dalla legge. Nel caso di licenziamento nullo in un "periodo protetto", la dipendente ha diritto alla "tutela reintegratoria piena".

Dopo il ricorso contro il licenziamento, il giudice dichiarerà il licenziamento nullo e condannerà il datore di lavoro a reintegrare la dipendente, a pagare i contributi dovuti fino alla reintegrazione e a risarcire il danno subito.

In alternativa alla reintegrazione, la dipendente può richiedere un'indennità dal datore di lavoro, che comporterà la risoluzione del rapporto di lavoro.

Tuttavia, è importante fare una precisazione. 

La precedente affermazione non esclude la possibilità dei datori di lavoro di porre fine al rapporto di lavoro attuale.

Tuttavia, va precisato che il licenziamento potrebbe essere considerato valido e legittimo solo in determinati casi, come ad esempio per gravi colpe dei dipendenti, chiusura dell'azienda, termine del lavoro per cui il dipendente è stato assunto o per scadenza del contratto, oppure per una prova di lavoro non superata.

Ritengo che la legge sia chiara nel tutelare la posizione delle lavoratrici italiane, eliminando la necessità di scegliere tra lavoro e famiglia.

Tuttavia, da questo caso emerge una certa reticenza dei datori di lavoro ad accettare questo tipo di tutela, come se la maternità o la scelta di sposarsi richiedano un permesso preventivo e debbano essere punite se scelte liberamente.

Questo atteggiamento non è accettabile nel 2024 e,  per questo, è importante conoscere i propri diritti e condannare qualsiasi forma di abuso o violazione della legge, in modo da evitare che altre donne debbano sentirsi impaurite o vergognarsi di desiderare di diventare madri o mogli. Un approccio rispettoso dei diritti dei dipendenti è fondamentale per creare un ambiente di lavoro equo e rispettoso.

Questa sezione offre informazioni e divulgazione giuridica con l'intento di contribuire alla conoscenza dei propri diritti. Sono fermamente convinto che solo attraverso una solida comprensione dell'argomento possiamo garantire una tutela legale efficace. Ambiamo a promuovere il progresso sociale attraverso la diffusione di informazioni pertinenti e affidabili.

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