Adolescenti e violenza: come intervenire?
Care lettrici e cari lettori, a fronte dei gravissimi fatti di cronaca degli ultimi giorni non posso non parlare oggi con voi di un argomento davvero delicato e purtroppo molto diffuso come la violenza di genere.
Abbiamo tutti sentito parlare dell’uccisione della quattordicenne caduta dal settimo piano di un palazzo a Piacenza.
Un testimone oculare avrebbe visto la ragazza discutere animatamente con il fidanzatino – il quale avrebbe già in precedenza mostrato comportamenti violenti nei di lei confronti -sul balcone dell’appartamento posto al settimo piano di una palazzina e, successivamente, avrebbe visto il fidanzatino spingerla oltre la ringhiera e, a fronte del disperato tentativo della giovane di aggrapparsi alla ringhiera, colpirle ripetutamente le mani al fine di farla cadere nel vuoto.
Non solo.
Abbiamo anche tutti sentito parlare dell’omicidio della diciottenne avvenuto a Bergamo per mano di un coetaneo che l’ha colpita con trenta coltellate, così come abbiamo sentito parlare del processo a Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin.
Si tratta di storie terribili che si inseriscono in un unico grande e tremendo fenomeno, ovvero quello della violenza di genere che, purtroppo, miete vittime sempre più giovani.
A fronte di casi del genere, viene spontaneo chiedersi se vi possano essere dei “campanelli d’allarme” che ci indicano che qualcosa non va, così da poter intervenire tempestivamente, magari salvando una giovane vita.
Gelosia morbosa, atteggiamenti persecutori, condotte o parole aggressive e violente ma anche ricatti o pretese quali quella di non indossare certi abiti o di non frequentare più gli amici, così come la tendenza a far isolare la vittima dai propri affetti, ma anche atteggiamenti manipolativi e di controllosono gravi sintomi di una relazione non sana.
A ciò si aggiunga che la violenza di genere si può manifestare anche sotto il profilo psicologico: in questi casi la vittima, convinta dal proprio partner che le sue reazioni sono spropositate e che la sua percezione della realtà è distorta, può arrivare addirittura a mettere in discussione la propria sanità mentale.
Questi elementi, già di per sé preoccupanti, sono resi ancor più pericolosi dal fatto di essere percepiti dai giovanissimi come “normali”, se non addirittura come genuine manifestazioni d’amore e di affetto.
Secondo quanto riportato dal rapporto “Le ragazze stanno bene?” condotto da Save the Children in collaborazione con IPSOS, una percentuale consistente di adolescenti ritiene non solo che la gelosia è un segnale d’amore, ma anche che è assolutamente normale che nel corso di una relazione vi siano schiaffi, spinte o altri gesti violenti.
Il primo essenziale step, dunque, è quello di far conoscere e riconoscere ai giovanissimi tutte le forme di violenza diretta e indiretta.
Il secondo importante passo da fare è quello di farsi attenti osservatori della vita dei nostri figli e, più in generale, dei giovani che fanno parte della nostra famiglia.
Condurre una costante e attenta osservazione degli atteggiamenti e dello stato d’animo dei nostri ragazzi ci permette di individuare anzitempo eventuali segnali di disagio, spesso sintomatici di un malessere esterno derivante da un rapporto malsano con il proprio partner o con i propri compagni di scuola, dandoci così la possibilità e il tempo di indagare circa il motivo di tale disagio e di intervenire tempestivamente.
Terzo, fondamentale passo è quello di offrire una tutela concreta sia attraverso la vicinanza familiare sia, qualora necessario, attraverso la denuncia dei comportamenti violenti di cui i nostri affetti possono essere vittime.
COSA NE PENSO IO?
Credo che in questo ambito più che mai, l’educazione e l’esempio che i giovani ricevono in famiglia sia lo strumento più potente per contrastare la violenza di genere adolescenziale e ciò non solo nell’ottica di tutelare e consapevolizzare quelle che potrebbero essere future vittime ma anche e soprattutto di azzerare qualsiasi possibilità che vi possano essere futuri aguzzini.
Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.
Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.com.??????
Avv. Fulvia Fois