Infedeltà finanziaria: la nuova frontiera del tradimento
Infedeltà finanziaria: la nuova frontiera del tradimento?
L'avvocato del Foro di Rovigo Fulvia Fois affronta il caso di spese non condivise nella coppia, denaro prestato, investimenti tenuti nascosti al coniuge. E' sufficiente per configurare la condotta infedele?
Care lettrici e cari lettori,
questa settimana voglio parlarvi di un tema molto interessante che, nonostante sia ampiamente diffuso, è davvero poco riconosciuto e conosciuto.
Oramai il tradimento per così dire “classico” sembra essere diventato obsoleto e quello di cui si sente più discutere al momento è, invece, l’infedeltà finanziaria.
Ma cosa si intende con questo termine?
Si parla di infedeltà finanziaria quando il proprio partner tiene le condotte tipiche del coniuge infedele che riguardano però non tanto il piano affettivo sentimentale della relazione, quanto piuttosto il piano patrimoniale.
L’infedeltà finanziaria, infatti, si manifesta quando il partner compie movimenti finanziari – che sa che l’altro non approverebbe – all’insaputa dello stesso, mantenendo il segreto e addirittura arrivando a mentire per non svelarlo, con la conseguenza che la fiducia reciproca viene meno non tanto per il “like” ad altre persone ma piuttosto a causa del denaro.
Per capire meglio, facciamo degli esempi.
Integrano l’infedeltà finanziaria condotte quali fare spese folli all’insaputa del coniuge, mentire sull’ammontare del proprio stipendio, nascondere entrate extra o bonus, mentire sui debiti, prestare denaro senza consenso dell’altro, avere conti correnti segreti, mentire sull’utilizzo dei soldi (ad es. sostenendo di averli utilizzati per spese familiari quando invece non è così) oppure sottoscrivere strumenti di investimento all’insaputa del partner.
Come possiamo comprendere, si tratta di un tema molto importante che intreccia il diritto alla privacy dei singoli coniugi, insieme all’obbligo di solidarietà e di fedeltà – anche finanziaria – dei coniugi stessi.
Anche se la legge prevede espressamente che ciascun coniuge, seppur in autonomia, possa gestirsi autonomamente le rendite e i beni personali e che vi è un generale diritto alla privacy tra coniugi, dobbiamo considerare che, l’art. 143 del codice civile prevede che dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione. Oltre a ciò, si prevede che entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.
Tuttavia, il coniuge che “nasconde” le proprie disponibilità economiche potrà essere denunciato soltanto quando con il proprio comportamento faccia venire meno i mezzi di sussistenza alla famiglia.
Diversa, invece, è l’ipotesi in cui tra i coniugi sia in corso una separazione: in questo caso, infatti, il diritto alla riservatezza e alla privacy viene meno e ciascun coniuge è tenuto a dichiarare, senza sotterfugi, quali siano le proprie disponibilità patrimoniali.
Ma come fare, allora, per scoprire quali siano le effettive disponibilità del coniuge?
Sul punto, il Consiglio di Stato ha riconosciuto una volta per tutte il diritto del coniuge di accedere agli atti amministrativi reddituali e finanziari del coniuge purché la richiesta sia finalizzata a difendere un proprio diritto in sede di separazione o divorzio.
Questo significa che il soggetto interessato, in sede di separazione o divorzio, potrà chiedere di accedere agli atti al fine di avere un quadro completo dei redditi e degli strumenti finanziari a disposizione del coniuge, senza la necessità di essere autorizzato in tal senso da un giudice.
COSA NE PENSO IO?
Credo che a prescindere dalle possibili interpretazioni circa la nozione di fedeltà sottesa al rispondente obbligo matrimoniale, e a prescindere anche dal diritto alla riservatezza e alla privacy dei coniugi, sia fondamentale, all’interno di una coppia, improntare ogni azione ed ogni reazione alla sincerità e alla lealtà, valori che potremmo quasi qualificare come “cartine tornasole” dello stato del rapporto – coniugale e non – in mancanza delle quali, forse, i partner dovrebbero chiedersi se sia o meno il caso di prendere strade diverse.
Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.
Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.com.
Avv. Fulvia Fois