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La ex si prende la casa, ma le bollette rimangono intestate a lui. Cosa si rischia se vengono chiuse?

La ex si prende la casa, ma le bollette rimangono intestate a lui. Cosa si rischia se vengono chiuse?

L'avvocato Fulvia Fois del Foro di Rovigo affronta il caso dell'assegnatario di casa coniugale che si rifiuta di fare le volture delle utenze domestiche. L'intestatario può chiuderle?

Care lettrici e cari lettori,

questa settimana voglio parlarvi di una questione davvero molto interessante, che manifesta una problematica riguardante davvero tantissime separazioni e sulla quale anche la Cassazione è intervenuta.

Il caso è quello di una coppia che si separa e la casa coniugale viene assegnata alla moglie in quanto collocataria dei figli minori.

La donna però non provvede tempestivamente ad effettuare la voltura delle utenze domestiche, le quali continuano ad essere intestate al marito che si trova, dunque, a dover sostenere i costi di acqua, gas e luce senza neppure abitare nella casa in cui queste vengono consumate.

Quello che potrebbe venire subito in mente è di staccare le utenze, spinti dalla soddisfazione di lasciare l’altro al buio, senz’acqua e senza riscaldamento.

Questa condotta, che potrebbe addirittura far sorridere, è in realtà estremamente pericolosa in quanto penalmente rilevante.

La Corte di Cassazione ha infatti sancito che staccare le utenze al coniuge che non abbia provveduto tempestivamente ad eseguire la voltura delle stesse integra il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle persone ex art. 393 c.p. punito a querela dell’offeso con la reclusione fino ad un anno.

Ma cosa deve fare allora un soggetto che si trovi in questa spiacevole situazione? Cosa dice la legge?

Dovete sapere che le spese relative alle utenze domestiche, così come i canoni televisivi e le spese per lo smaltimento rifiuti sono a carico esclusivo del coniuge cui la casa viene assegnata, salvo diverso accordo che preveda l’accollo al coniuge proprietario.

Ciò premesso, qualora il coniuge assegnatario non provveda in tal senso, esclusa la possibilità di “farsi giustizia da sé”, il coniuge interessato dovrà necessariamente proporre un ricorso per decreto ingiuntivo allegando il provvedimento di assegnazione della casa e le fatture delle utenze domestiche pagate dal momento dell’assegnazione in poi, così da ottenere, per l’appunto un decreto ingiuntivo con cui il Tribunale intimerà all’altro coniuge di pagare una determinata somma di denaro pari agli esborsi effettuati.

COSA NE PENSO IO?

Credo che anche in questo caso, come del resto in ogni altro ambito della vita, le parole chiave siano accortezza, senso di responsabilità e indipendenza, elementi che ci permettono di mantenere alta la guardia, agire adeguatamente e, soprattutto, tutelarci evitando spiacevoli ripercussioni negative.

Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.

Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.com. Se volete rimanere in contatto con me scaricate gratuitamente da piattaforma Android o Apple la mia app Studio Fois.

Avv. Fulvia Fois

 



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