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Stabilimenti balneari: cosa cambierà dal 1° gennaio 2024?

WWW.DIRITTOETUTELAFOIS.COM - Stabilimenti balneari: dal 1 gennaio 2024 si riparte da zero
L'avvocato del foro di Rovigo Fulvia Fois sulla sentenza del Consiglio di Stato che esclude le proroghe delle concessioni demaniali oltre il 31 dicembre 2023

Care lettrici e cari lettori,
questa settimana voglio parlare con voi di una notizia che ha suscitato davvero molto scalpore e preoccupato molte persone.
Come ben sappiamo, il 9 novembre scorso, il Consiglio di Stato ha stabilito che le concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative attualmente in essere saranno valide solo fino al 31 dicembre 2023.

Secondo i Giudici, infatti, le proroghe automatiche e generalizzate delle concessioni sono contrarie alle regole di concorrenza europee – in particolare all’art. 12 della direttiva 123/2006/CE (cd. Bolkestein) – rendendo estremamente difficoltoso l’accesso al settore da parte di altri nuovi operatori.
Come emerge nel comunicato n. 737 del Consiglio di Stato, la decisione trova la sua ragion d’essere nell’esigenza di garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero e una correlata offerta di servizi pubblici più efficiente e di migliore qualità e sicurezza, con conseguente beneficio della crescita economica e, soprattutto, della ripresa degli investimenti di cui il Paese necessita.

Ma cosa significa, in termini pratici, questa decisione?
A partire dal 1 gennaio 2024, le concessioni demaniali in essere verranno, per così dire, “annullate” - indipendentemente che vi sia o meno un soggetto subentrante nella concessione.
Nei due anni che ci separano dalla fatidica “data X”, il Governo e il Parlamento dovranno adoperarsi per approvare una normativa che disciplini il rilascio delle concessioni demaniali in ottemperanza ai dettami del diritto europeo, che prevede l’adozione di procedure imparziali e trasparenti, con rilascio di autorizzazioni di durata limitata e non rinnovabili automaticamente.
Ne consegue che, a partire dal 1 gennaio 2024, le concessioni verranno ri-attribuite a seguito dell’espletamento di procedure di gara cui potranno partecipare anche gli attuali concessionari, ferma restando la possibilità che quello stabilimento che hanno curato magari per decenni venga dato in concessione a qualche altro partecipante.

Si tratta di un fulmine a ciel sereno, che ha lasciato di stucco i titolari dei circa 7.000 stabilimenti balneari presenti sulle coste italiane, che erano stati, per così dire, “rassicurati” dalla L. 145/2018 che, in mancanza di una riforma di settore - aveva sancito l’estensione della durata delle concessioni demaniali marittime a uso turistico-ricreativo per 15 anni, quindi fino al 1° gennaio 2034.

Le reazioni, ovviamente, non hanno tardato a manifestarsi.
Se da un lato, infatti, la pronuncia è stata accolta magno cum gaudio come occasione per dare finalmente applicazione della direttiva Bolkestein, dall’altro non sono mancate critiche per così dire più concrete.

Federbalneari, ad esempio, evidenzia come la decisione in esame destabilizzi e getti nell’incertezza la vita delle 30 mila famiglie operanti nel settore balneare, con conseguente blocco degli investimenti ed instabilità per i lavoratori dipendenti.

COSA NE PENSO IO?
Credo che la decisione del Consiglio di Stato, seppur mossa da intenti sicuramente apprezzabili come l’adeguamento ai dettami europei, non tenga debitamente conto degli interessi dei gestori ma anche delle amministrazioni locali.
Il nostro Governo ha fatto toppo poco per questo settore lasciando decidere qualcosa che andava invece discusso attentamente e normato al Consiglio di Stato.
Pensiamo a tutti coloro che hanno da poco ottenuto una concessione, investendo i risparmi di una vita: quali tutele si prospettano per queste persone/aziende che rischiano di veder sfumare un sogno appena nato o comunque un investimento anche importante che pensavano di ammortizzare in molti più anni?

Spetteranno ai concessionari uscenti degli indennizzi importanti che con ogni probabilità porteranno a contenziosi e a perdite di denaro proprio in un momento storico che richiede chiarezza, trasparenza efficacia nell’agire e tutela da parte dello Stato.
Rimediare poi non è come prevenire e tutelare i diritti in modo anticipato e coscienzioso.

È necessario non perdere dell’altro tempo per fare chiarezza sul punto e dare delle garanzie concrete ai concessionari che hanno investito vita e capitali importanti.

Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.dirittoetutelafois.com.

                                                                                                                                                                                                                                                                 AVV. FULVIA FOIS

 



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