Super Green Pass: cosa cambia dal 6 dicembre?
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L'avvocato del foro di Rovigo Fulvia Fois sulla recente introduzione del nuovo certificato di immunizzazione al Covid-19 introdotto il 24 novembre scorso
Care lettrici e cari lettori,
in questi giorni abbiamo sentito tanto parlare di green pass, super green pass, tamponi, vaccinazioni e restrizioni: un turbinio di informazioni spesso frammentarie che hanno creato ancora più confusione nella già caotica e delicata situazione in cui ci troviamo.
Come ben sappiamo, il 24 novembre 2021 il Consiglio dei Ministri ha introdotto il Super Green Pass, una versione, per così dire “premium” del comune Green Pass che oramai tutti conosciamo e, in un modo o nell’altro, abbiamo.
L’idea di base era quella di “potenziare” il Green Pass e di evolverlo, creando una vera e propria super certificazione verde - rilasciata soltanto ai soggetti vaccinati o guariti – e ponendola come condicio sine qua non per svolgere attività ludiche, ricreative o di svago.
In altre parole, mentre ai soggetti non vaccinati che effettuano il tampone viene riconosciuto il Green Pass Standard, ai soggetti vaccinati o guariti dal Covid-19 verrà riconosciuto il Super Green Pass, con diverse conseguenze.
Vediamo insieme quali:
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GREEN PASS |
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QUANDO? |
Oltre a ciò qualora dovessero essere introdotte ulteriori limitazioni in zona arancione, queste saranno valide soltanto per i non vaccinati, mentre i divieti della zona rossa varranno per tutti.
Ma non finisce qui.
Tra le tanto discusse novità introdotte dal nuovo Decreto vi è l’obbligo vaccinale, a partire dal 15 dicembre 2021, per docenti e personale amministrativo delle scuole, nonché per il personale della difesa, sicurezza e soccorso pubblico: chi non adempie all’obbligo vaccinale viene sospeso dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, senza conseguenze disciplinari e con diritto a mantenere il rapporto lavorativo.
La sospensione – periodo durante il quale, si ricorda, non sono dovuti né la retribuzione né altro compenso o emolumento – perdura fino alla comunicazione al datore di lavoro di avvio e completamento del ciclo vaccinale o del richiamo.
Per quanto riguarda il personale sanitario, invece, sempre dal 15 dicembre 2021 scatterà l’obbligo della terza dose.
Sempre nell’ottica di incentivare la vaccinazione, è stato previsto che dal 1 dicembre 2021, tutti i maggiori di anni 18 potranno prenotare ed effettuare la terza dose del vaccino – possibilità fino ad ora prevista soltanto per gli over40.
La mascherina all’aperto continua a non essere obbligatoria in zona bianca, mentre sarà obbligatoria, tanto all’aperto, quanto al chiuso, in zona gialla, arancione e rossa.
Tutto ciò dovrebbe essere oggetto di controlli più stringenti: entro 3 giorni dall’entrata in vigore del Decreto, infatti, i Prefetti dovrebbero sentire il Comitato provinciale ordine e sicurezza ed entro 5 giorni adottare il nuovo piano di controlli, a livello provinciale, coinvolgendo tutte le forze di polizia. Si tratta di controlli “costanti” di cui le prefetture sono obbligate a redigere una relazione settimanale da inviare al Ministero dell’interno.
COSA NE PENSO IO?
Credo che questa drastica limitazione delle attività per i soggetti non vaccinati sia assolutamente ingiusta ed ingiustificata.
Non si comprende, infatti, perché, proprio chi si sottopone maggiormente ai controlli debba essere penalizzato rispetto a chi, invece, spesso proprio per il fatto di essersi vaccinato, non effettua un tampone da mesi, rischiando quindi di ammalarsi senza saperlo e infettare più persone.
Ho conoscenza diretta di persone vaccinate che hanno contratto il covid e solo per loro diligenza hanno fatto il tampone che lo ha conclamato.
Considerati i risultati, occorrerebbe chiedersi se sia questa la strada giusta per combattere il virus.
Relegare le persone tra la casa ed il lavoro, esclusivamente a causa di una propria scelta personale – che oltre che libera, non dovrebbe comportare conseguenze giuridiche negative sul soggetto – non garantisce la fine della pandemia ma soltanto la fine della libertà personale come l’abbiamo fino ad oggi costruita, conquistata e conosciuta.
Ritengo piuttosto che non si dovrebbe incentivare la divisione tra le persone vaccinate e non ma favorire il rafforzamento dell’unica intenzione positiva di tutti consistente nel fatto che nessuno vuole ammalarsi di Covid né far ammalare altri di Covid.
Come fare?
Mettendo a disposizione di tutti, in favore della salute pubblica, test salivari già approvati ma non ancora diffusi ad uso di tutti, affinché diventi un’abitudine testarsi responsabilmente (dai più piccoli ai più grandi, vaccinati e non) e curarsi immediatamente sia per poter più facilmente guarire sia per non infettare altri.
Questa è cultura della salute pacifica e responsabile che auspico e non quella delle restrizioni senza una direzione e criteri concreti se non quella dell’imposizione che sa di altri tempi che si vogliono dimenticare.
Ora non basta più l’immunità di gregge, il green pass al lavoro…ecc.
Ma vi siete chiesti dopo il super green pass da poco approvato solo in Italia, quasi fossimo un Paese pilota, cos’altro verrà previsto e imposto senza darci una spiegazione sui criteri tenuti a base delle decisioni prese da un chi neppure abbiamo scelto e votato?
I vaccinati comprendono che il loro vaccino non li tutela dal prendere il covid e dal morire di covid e che dovrebbero fare tamponi frequenti anche loro per controllarsi? Sono mille le domande che quotidianamente mi affiorano alla mente e mi preoccupano non poco come credo sia lo stesso per voi.
Sappiate, in ogni caso, che i miei sono semplici spunti di riflessione che auspico possano essere di qualche utilità per affrontare la complessità e delicatezza anche mortale di quello che stiamo vivendo.
A volte agire come un gregge o nascondere la testa sotto la sabbia non salva la vita alle persone.
Costruiamo insieme un pensiero attivo, positivo, concreto, responsabile e pacifico per una salute personale e pubblica che possa trovare una soluzione fatta da direzioni chiare e precise e non anche di imposizioni ghettizzanti.
Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.dirittoetutelafois.com.
AVV. FULVIA FOIS