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Viola il divieto di avvicinamento e picchia l’ex davanti al figlio di 4 anni, condannat

Viola il divieto di avvicinamento e picchia l’ex davanti al figlio di 4 anni, condannato

Già con un procedimento per stalking, e con un provvedimento restrittivo, aveva aggredito la sua ex compagna. 6 mesi e 10 giorni la Sentenza di primo grado

 

ROVIGO – Una brutta storia. Nonostante avesse già un procedimento per stalking dal 2020, ed un divieto di avvicinamento di almeno 100 metri, nell’aprile del 2022 si era presentato a casa dell’ex compagna picchiandola selvaggiamente, fino a farla cadere rovinosamente a terra. Il tutto è avvenuto davanti al figlio piccolo di soli 4 anni.

La donna era in casa, stava dormendo sul divano con il bimbo, quando è suonato il campanello. Pensava fosse il vicino del pianerottolo della palazzina dove risiede, invece era il suo ex. E’ entrato ed ha iniziato a percuoterla, colpendola con schiaffi a mano aperta sul volto. Cinque minuti di terrore, poi l’uomo è andato via. La donna, dopo una prima chiamata alle forze dell’ordine, ha preso il bimbo ed ha trovato rifugio a casa dei genitori. Tutto inutile. L’uomo si è presentato anche li, ma quando è arrivata la Polizia di Stato si era già allontanato.

Mercoledì 17 aprile il 33enne rodigino ha incassato una condanna a 6 mesi 10 giorni, oltre al pagamento delle spese legali. L’uomo può presentare ricorso, ma nel frattempo a febbraio 2024 ha rimediato una seconda condanna per stalking ad 1 anno e 6 mesi, la Corte d’Appello di Venezia ha parzialmente riformato la Sentenza di primo grado del Tribunale di RovigoUn calvario che dura da anni.

La vittima si è affidata all’avvocato Fulvia Fois ottenendo Giustizia “dopo la sentenza di condanna ho tirato un sospiro di sollievo e di liberazione, sperando che fatti del genere non abbiano più a ripetersi. Ho creduto nella giustizia e nel mio avvocato, che mi ha sempre sostenuto senza titubanza anche quando non c’è la facevo più. Alle Donne dico di farsi forza e di tutelarsi e di tutelare i propri figli. Dobbiamo essere unite e coraggiose”.

La denuncia alle forze dell’ordine è la strada maestra, prima che succeda l’irreparabile.

 



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