Adozione mite: di che cosa si tratta?
Adozione mite: di che cosa si tratta?
L'avvocato del Foro di Rovigo Fulvia Fois sullo strumento a disposizione dei Tribunali italiani per garantire il benessere di tanti minori.
Care lettrici e cari lettori, questa settimana voglio parlare con voi di un argomento davvero delicato ma molto interessante di cui, forse non tutti sono a conoscenza. Mi sto riferendo all’adozione e, in particolare, all’adozione cd. “mite”. Vediamo di cosa si tratta.
Affinché un minore possa essere adottato, è necessario che si trovi in stato di abbandono, circostanza che ricorre quando il minore non sia stato riconosciuto da nessuno dei genitori al momento della nascita ovvero nel caso in cui i genitori o i parenti entro il IV grado facciano mancare allo stesso l’assistenza morale e materiale.
Il Tribunale per i minorenni deve accertare la sussistenza di tale condizione, a fronte della quale emetterà la dichiarazione di adottabilità del minore.
A fronte di ciò, si aprirà un complesso iter procedurale al termine del quale potrà essere dichiarato lo stato di adottabilità del minore il quale, sussistendone i requisiti, potrà essere adottato da una coppia di coniugi, con conseguente perdita di qualsiasi tipo di legame e rapporto con la propria famiglia di origine.
Ci sono, però, delle eccezioni.
In casi particolari e tassativi, infatti, i minori possono essere adottati pur non essendo in stato di bisogno o in mancanza di una dichiarazione di adottabilità.
Pensiamo, ad esempio, all’ipotesi in cui il minore è orfano di padre e di madre o orfano di padre e di madre e affetto da handicap, il minore è figlio (anche adottivo) di uno solo dei coniugi, ma anche ad altre ipotesi in cui sia necessario salvaguardare il rapporto del minore con la propria famiglia di origine: in questi casi si parla di adozione in casi particolari, tra i quali rientra anche l’adozione cd. “mite”.
Quando parliamo di adozione mite facciamo riferimento ad una situazione in cui, pur essendo stata accertata un’effettiva inidoneità del padre e della madre dei minori ad assolvere la funzione genitoriale, si ritiene comunque opportuno tutelare e, magari, incrementare, il rapporto del minore con la propria famiglia di origine, stante l’affetto e l’amore dimostrato dai genitori stessi verso il minore.
A fronte di ciò, pensare ad una “classica” adozione sarebbe assolutamente inopportuno – dal momento che, come abbiamo visto, la stessa trancia definitivamente ogni rapporto tra il minore e la famiglia biologica – ragion per cui si è sentita la necessità di individuare soluzioni più “morbide”.
Ecco nascere, dunque, l’adozione mite, in cui il minore viene adottato da altri soggetti – che eserciteranno la responsabilità genitoriale sullo stesso e si occuperanno della sua istruzione e del suo mantenimento – mantenendo comunque un rapporto costante e concreto anche con i genitori biologici, di cui (a differenza di quanto avviene nell’adozione vera e propria) manterrà il cognome che potrà essere affiancato a quello degli adottanti.
COSA NE PENSO IO?
Credo che l’adozione mite, seppur non ancora largamente utilizzata, possa essere un ottimo strumento a disposizione dei Tribunali italiani per garantire il benessere di tanti minori che una famiglia amorevole ce l’hanno ma purtroppo, è formata da un padre ed una madre che, per questioni economiche o di salute, non sono in grado di badare a loro come meriterebbero, e ne sono consapevoli.
Debbo tuttavia evidenziare che tale strumento potrebbe risultare estremamente pericoloso se non supportato da accurate valutazioni in ordina all’effettiva opportunità e all’effettivo interesse del minore di mantenere rapporti con la famiglia di origine, in particolar modo in tutti quei contesti in cui, anche i più accorti professionisti potrebbero non avvedersi della personalità tossica che purtroppo, troppo spesso, tanti genitori riescono a nascondere.
Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.
Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.com.
Avv. Fulvia Fois