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Atti persecutori e reati spia: gli strumenti di tutela sono abbastanza?

Atti persecutori e reati spia: gli strumenti di tutela sono abbastanza?

L'avvocato del Foro di Rovigo Fulvia Fois affronta il caso di una donna vittima di offese e danneggiamenti da parte dell'ex che intende "punirla" per la fine del rapporto

Care lettrici e cari lettori, questa settimana voglio soffermarmi con voi su un fatto di cronaca che, oltre ad avermi particolarmente colpito, pone diversi quesiti in merito ai quali ritengo opportuno fare qualche considerazione.

Il caso, di cui si è molto sentito parlare ai telegiornali, è il seguente.

Un uomo, forse non accettando la fine della relazione con la compagna, prende a perseguitarla e ad offenderla ripetutamente. L’uomo arriva addirittura a recarsi a casa dell’ex: scavalca la recinzione e prende a lanciare e distruggere tutto quello che trova.

Nonostante il terrore che l’ex compagno potesse avventarsi anche su di lei – come più volte l’uomo aveva minacciato di fare – la donna riesce a filmare l’accaduto.

È proprio grazie a questo video che si procede al cosiddetto arresto differito dell’uomo.

L’arresto in flagranza differita – introdotto dalla Legge 168/2023, anche detta legge “Salva vita” – prevede la possibilità di arrestare un soggetto responsabile di maltrattamenti, atti persecutori o che abbia violato un provvedimento di allontanamento o di divieto di avvicinamento, nelle 48 ore successive alla commissione del fatto, quando la sua condotta sia dimostrabile attraverso video, foto o altro genere di documentazioni (per esempio chat o informazioni fornite da un gps).

Molto bene, verrebbe da dire.

Sembra che, in questo caso, la macchina della Giustizia si sia attivata celermente e senza intoppi, non è vero?

In effetti così sarebbe se non fosse che quel video, girato tra l’angoscia e il terrore, non è stato né il primo né l’unico tentativo della donna di difendersi dal suo persecutore.

Ebbene sì, perché per ben 30 volte nell’arco di due anni la donna aveva denunciato le condotte persecutorie dell’ex compagno all’Autorità.

Più di una denuncia al mese, tuttavia, non è bastata a far percepire la pericolosità dell’uomo e a far scattare il “piano di azione” previsto dal Codice Rosso e dalla Legge “Salva vita” per i casi di atti persecutori.

Così, per ben 24 mesi, la donna è rimasta senza alcuna protezione, senza alcun provvedimento che la tutelasse da quelle condotte minacciose e moleste che aveva già così tante volte denunciato.

Ma allora cosa è andato storto?

Trascendendo da una valutazione del caso concreto, che non si può e non si vuole fare in questa sede, non si può non evidenziare che questo non è l’unico episodio in cui la vittima si è trovata a denunciare reiteratamente condotte violente o aggressive senza che nulla sia stato fatto per tutelarla: i casi sono tantissimi e, purtroppo, non sempre hanno un finale positivo come potrebbe essere quello descritto.

COSA NE PENSO IO?

Le misure a protezione delle vittime di stalking, maltrattamenti e altri reati violenti ci sono e vengono costantemente implementate e potenziate, proprio come si è cercato di fare con il Codice Rosso prima e con la Legge 168/2023 poi; il problema, semmai, è da rintracciarsi nella loro effettiva ed efficace applicazione.

Non è un caso, del resto, che proprio all’interno della Legge cd. “Salva vita” siano state introdotte delle disposizioni volte a ridurre i tempi di valutazione del rischio per i cd. “reati spia” e tempi di attesa più brevi per quanto riguarda le decisioni in materia cautelare relativamente al reato di maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori.

C’è da chiedersi, a questo punto, se non occorra prestare maggior attenzione agli operatori del settore e alla loro formazione, affinché le forme di tutela previste possano trovare concreta applicazione e non rimanere l’ennesimo buon proposito fine a se stesso.

Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.

Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.com.

                                                                                                                                                                                                                                                                                             Avv. Fulvia Fois

 



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