Quando i figli sono tenuti a mantenere i genitori?
Quando i figli sono tenuti a mantenere i genitori?
L'avvocato del Foro di Rovigo Fulvia Fois affronta la questione e risponde alla domanda: "Esiste un obbligo di legge?"
Care lettrici e cari lettori, questa settimana voglio parlarvi di un argomento davvero interessante che, tuttavia, non viene spesso trattato dal punto di vista che vi propongo.
Il tema è quello del mantenimento, in merito al quale tanto si dice quando si indagano i doveri dei genitori verso i figli.
Sappiamo tutti che entrambi i genitori hanno l’obbligo di mantenere, educare ed istruire i figli in proporzione alle loro sostanze.
Tale obbligo trascende la minore età dei figli, essendo stato più volte sancito a livello giurisprudenziale che il padre e la madre devono provvedere al mantenimento anche dei figli maggiori d’età e non economicamente autosufficienti.
Ma cosa accade se cambiamo prospettiva?
È previsto un obbligo di mantenimento dei genitori da parte dei figli? Vediamo cosa dice la legge.
Diversamente da quanto previsto in favore dei figli, la legge non riconosce un diritto al mantenimento del genitore da parte del figlio ma soltanto un diritto dello stesso agli alimenti.
La differenza è sostanziale.
L’obbligazione alimentare, infatti, consiste nell’obbligo di fornire al soggetto che non sia in grado di provvedere autonomamente al proprio sostentamento, tutto ciò che è essenziale e necessario alla sua vita.
In particolare, mentre gli alimenti comprendono solo lo stretto necessario alla sopravvivenza, il mantenimento ha il precipuo scopo di fornire al soggetto un sostegno economico che comprende non solo vestiario, cure mediche e vitto ma tutto ciò che concerne le esigenze di vita del beneficiario.
La legge dispone che, nel caso in cui un soggetto si trovi in stato di bisogno, obbligato a prestare gli alimenti è in primo luogo il coniuge e, solo nel caso in cui questo manchi, allora l’obbligo ricade sui figli, anche adottivi e sui discendenti prossimi.
Ai sensi dell’art. 438 del Codice Civile, gli alimenti devono essere versati in proporzione al bisogno di chi li domanda e delle condizioni economiche di chi deve somministrarli e possono essere corrisposti direttamente o indirettamente.
Il figlio che si trovi a dover corrispondere gli alimenti al genitore, infatti, può scegliere se riconoscere al genitore un assegno periodico oppure se provvedere al suo sostentamento direttamente accogliendolo nella propria casa.
I figli, dunque, hanno l’obbligo di provvedere ai genitori nel caso in cui questi si trovino in stato di bisogno e non siano in grado di provvedere autonomamente al proprio sostentamento.
Ma cosa accade se, a fronte di tale obbligo nei confronti del genitore, i figli non adempiono?
La mancata corresponsione degli alimenti in favore del genitore che si trovi in stato di bisogno può far sorgere una responsabilità penale dei figli.
L’art. 570 comma 2 n.2 del Codice Penale prevede il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare che punisce con la reclusione fino a un anno o con una multa da 103 a 1.032 euro, tra gli altri, anche chiunque fa mancare i mezzi di sussistenza ai propri ascendenti.
E se nel corso della propria vita il genitore non si è comportato bene nei confronti dei figli ha comunque diritto agli alimenti?
Ebbene, sul punto occorre chiarire che, a meno che il genitore non sia stato dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale da parte di un Tribunale, per quanto poco amorevole sia stata la sua condotta, egli avrà comunque diritto agli alimenti.
Tale diritto, infatti, viene meno solo in caso di decadenza dalla responsabilità genitoriale che si ha quando il genitore pone in essere gravi violazioni dei doveri inerenti la responsabilità genitoriale stessa come, ad esempio, in caso di abusi sessuali, in caso di ripetuti atteggiamenti violenti e aggressivi o in caso di gravi omissioni del genitore.
COSA NE PENSO IO?
Credo che, al di là di quanto previsto dalla legge, così come dovrebbe essere naturale per un genitore provvedere alle esigenze dei propri figli, anche questi ultimi dovrebbero essere mossi spontaneamente a prendersi cura dei propri genitori nel momento in cui questi non sono più in grado di farlo.
Vero è che non sempre il comportamento tenuto dal genitore nel corso della vita del figlio lo rende “degno” di aiuto: ciononostante è bene sapere che, come abbiamo visto, la legge va oltre questo aspetto, escludendo il diritto agli alimenti del genitore solo in casi tassativi.
Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.
Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.com.
Avv. Fulvia Fois